Grande successo del Convegno Fiy a Calambrone

Il convegno che si è svolto a Calambrone per festeggiare i 45 anni della Federazione Italiana Yoga è giunto al termine e le bellissime fotografie linkate qui di seguito restano a farci ritrovare l’atmosfera e il senso di un incontro straordinario.
È stata una festa, celebrata nelle prime giornate d’autunno ancora calde e luminose, in un luogo immerso nel verde dei prati e dei pini marittimi, accanto al mare, con la presenza di tanti amici.
Non solo è stata una preziosa occasione di studio e approfondimento ma anche di ri-unione, un ritrovarsi di compagni di viaggio, allievi, insegnanti, che insieme rinnovano ricordi e legami intorno alla Federazione, che idealmente e concretamente li rappresenta.
Ed ecco le sale da pranzo piene di allegria e del brusio delle conversazioni, la sala conferenze con gli ospiti e i partecipanti, gli insegnanti delle pratiche, lo staff, il comitato di redazione che cura la rivista, i momenti più significativi del convegno, le immagini del bellissimo luogo che ci ha accolto.
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno realizzato tutto questo con la loro presenza.
Mimma Repossi

“È il momento della Shakti”.
Queste sono state le parole con le quali il presidente federale Eros Selvanizza ha dato inizio al convegno FIY svoltosi a Calambrone il 4-5-6-ottobre scorsi, dal titolo “Yoga:patrimonio dell’umanità”.
È a metà del 19° secolo che lo yoga entra in Occidente, con il celebre intervento di Swami Vivekananda al parlamento mondiale delle religioni. Ora lo yoga in Occidente ha bisogno della sua fonte.
L’impegno di Antonietta Rozzi nel ricercare questa sorgente è stato premiato con il grande riconoscimento da parte del Primo Ministro e di tutto il governo indiano. Vivekananda diceva che ci si eleva solo attraverso l’istruzione. Ed è così.
L’istruzione è un atto femminile, inclusivo, di ascolto e comprensione; L’istruzione concorre a mantenere l’equilibrio dinamico del divenire, della vita.
La disciplina dello yoga risponde perfettamente a tutti i canoni educativi che richiede l’istruzione di cui parlava Swami Vivekananda, ma senza uno “standard” lo yoga rischia la volgarizzazione.
È per questo che l’era attuale richiede di associarci per progredire. Accademia e pratica non possono essere disgiunte, tornare alla sorgente per ricaricare di energia il lavoro attuale è fondamentale.
Qualcuno ha detto che in India sono stati presi i mattoni per costruire la nostra casa qui e la casa, il focolare rimandano a quel concetto di Shakti che ha permeato l’intero convegno di Calambrone.
Yoga patrimonio dell’umanità, dunque dovere del padre, ma senza “matrimonio”, cioè dovere della madre, non può esserci un padre.
Il grande impegno di Antonietta Rozzi nel tornare alla fonte, in India dove tutto ha avuto inizio, rinnovare i voti di un matrimonio indissolubile fra India e Occidente, ha un grande valore energetico e riequilibrante.
Gli indiani d’America usavano il Calumet per associarsi: il braciere, simbolo femminile dove si bruciavano erbe aromatiche e il cannello simbolo maschile attraverso il quale aspirare e condividere.
Mi sento grata per aver avuto accesso a questo Calumet virtuale che ancora emana il suo profumo.
Alessandra Dechigi

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